Presentazione del volume di Salvatore Spampinato “Giovanni Spampinato”.
Dialoga con l’autore il giornalista Angelo Di Natale.
È possibile prenotare l’ingresso chiamando il 348-2941990 o al seguente indirizzo web: www.operaincertaeditore.it/spampinato.html
Giovanni Spampinato era corrispondente da Ragusa dei quotidiani L’Ora e L’Unità e aveva 25 anni quando, il 27 ottobre 1972, fu assassinato all’interno
della sua Cinquecento, davanti al carcere di Ragusa, da Roberto Campria, figlio dell’allora presidente del locale tribunale, e tra i maggiori indiziati per l’omicidio del commerciante di opere d’arte Angelo Tumino, avvenuto in città otto mesi prima. L’Ora l’indomani titolò “Assassinato perché cercava la verità” e la verità che cercava Giovanni non era solo quella che riguardava l’assassinio del Tumino ma anche, e forse soprattutto, quella relativa ai rapporti tra le organizzazioni di estrema destra (in quei giorni fu notata la presenza a Ragusa di Stefano delle Chiaie e di altri fascisti legati in qualche modo a Junio Valerio Borghese, che due anni prima aveva tentato un colpo di stato) e la criminalità organizzata. Forse, quella che è da tutti conosciuta come la provincia “babba”, stupida, cioè senza mafia, così stupida non era. Anche su quello Giovanni stava indagando, sulla convergenza tra neofascismo e criminalità, ed è in quell’ambiente che probabilmente bisogna cercare il movente del suo omicidio. Ad oggi, del delitto Tumino non si conoscono né esecutore né movente.
Presentazione del volume di Andrea Iurato “Leggi di più (e meglio)”.
Dialoga con l’autore la giornalista Antonella Galuppi.
Questo non è certamente un libro motivazionale, quindi non mira a fare incetta di “convertiti” né si prefigge di addestrare futuri “promoters” del credo lettura alla virulenza verbale da neo adepto vegano o no vax, ma di un conciso, godibile manuale scritto da un “lettore vorace confesso” con il dichiarato intento di invogliare a leggere di più e con maggiore consapevolezza. Leggi di più (e meglio) è un’appassionata dichiarazione di amore per il leggere: ogni libro, dal più costoso al più economico, dal meglio conservato al più sbrindellato, dall’incunabolo medioevale all’ebook di ultima generazione. A legare ogni pagina il sottile, ma robusto filo del suggerire discreto, senza lo spocchioso, finto quasi glissare del nato “imparato”, reso più credibile e persuasivo dalla umiltà di aver
sperimentato di persona le difficoltà del percorso. Ovviamente, anche per leggere si deve essere allenati. Andrea non lo nasconde e avverte che comporta tempo, costanza e buona volontà. Ma si dice assolutamente certo che l’allenamento sarà ripagato da un piacere straordinario, capace di rinnovarsi puntuale e immutato ogni volta. E per sempre…
Presentazione del volume di Massimo La Pegna “Come fuochi d’artificio”.
La professoressa Gisella Mondino dialoga con l’autore.
Interverranno:
Francesco Aiello, sindaco di Vittoria;
Filippo Foresti, assessore alla cultura;
Enzo Randazzo, scrittore;
Letture di Vito Cultrera
Gli stessi racconti “profumano” di famiglia per il loro contenuto, spesso ambientato in ambito familiare: il trenino dello zio Eugenio; l’incontro con il padre del mio amico, custode dell’aeroporto; il ricordo dei personaggi “strani” del paese; la visita ai nonni al cimitero; i fuochi d’artificio, momento atteso da tutti in famiglia, piccoli e grandi. Tali racconti si intersecano in modo armonioso con riflessioni sulle scelte decisive della vita, ma anche sugli imprevisti quotidiani. Questi ci offrono l’occasione per rispolverare alcune figure, magari passate nel dimenticatoio, ma che hanno segnato la storia con la “S” maiuscola. Leggerli dà il gusto di fermarsi e contemplare la Sicilia come “terra dei nostri eroi”, formata anche “da tante persone perbene, dai lavoratori coscienziosi, dai grandi maestri e uomini come Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Salvatore Quasimodo, Giorgio La Pira”. Ci si augura che il lettore possa trovare e assaporare “profumo di famiglia.
Presentazione del volume di Maria Bruna Noto “Ragazzi scalzi”.
Il poeta Pippo Di Noto farà quattro chiacchiere con l’autrice.
Lucrezia Di Matteo, Miss Talento 2022, leggerà alcuni brani.
Con degustazione di “Domoda”, piatto senegalese, preparato da Tidane Diallo.
Sono sempre stata definita “nera”. Neri i miei capelli, neri i miei occhi, scura la mia carnagione. Ho sempre vissuto dentro schemi preconfigurati, galleggiando nelle mie certezze, sguazzando tra le mie convinzioni. Un giorno ricevo una chiamata: ho la possibilità di essere assunta presso la cooperativa sociale Filotea. Accetto. Vengo accolta da un rassicurante coordinatore. Bianco. Durante il nostro colloquio entra nella stanza un ragazzo, un mediatore culturale. Nero. Mi porge la sua mano per una stretta. Non ho mai dato la mano a un uomo di colore… mi alzo in piedi e gliela stringo. Non posso non rimanere rapita da quell’intersecarsi di dita, da quell’unione di due mani, di due mondi. Contemplo le nostre mani, una bianca e una nera, in quell’immagine da sempre vista su copertine di giornali o fotografie. Ma quella mano è la mia! Improvvisamente mi sento bianca. Avverto nel colore della mia pelle un candore mai sperimentato prima. Vedo la diversità ma non la sento. Percepisco, invece, la morbidezza di una mano spalmata di una vellutata crema, come la mia. Incrocio uno sguardo allegro, desideroso di fare amicizia, come il mio. Mi perdo in un sorriso sincero, genuino, come il mio. Inizia così il mio viaggio in Africa.
Presentazione del volume di Salvatore Spampinato “Giovanni Spampinato”.
Dialoga con l’autore il giornalista Angelo Di Natale.
Giovanni Spampinato era corrispondente da Ragusa dei quotidiani L’Ora e L’Unità e aveva 25 anni quando, il 27 ottobre 1972, fu assassinato all’interno
della sua Cinquecento, davanti al carcere di Ragusa, da Roberto Campria, figlio dell’allora presidente del locale tribunale, e tra i maggiori indiziati per l’omicidio del commerciante di opere d’arte Angelo Tumino, avvenuto in città otto mesi prima. L’Ora l’indomani titolò “Assassinato perché cercava la verità” e la verità che cercava Giovanni non era solo quella che riguardava l’assassinio del Tumino ma anche, e forse soprattutto, quella relativa ai rapporti tra le organizzazioni di estrema destra (in quei giorni fu notata la presenza a Ragusa di Stefano delle Chiaie e di altri fascisti legati in qualche modo a Junio Valerio Borghese, che due anni prima aveva tentato un colpo di stato) e la criminalità organizzata. Forse, quella che è da tutti conosciuta come la provincia “babba”, stupida, cioè senza mafia, così stupida non era. Anche su quello Giovanni stava indagando, sulla convergenza tra neofascismo e criminalità, ed è in quell’ambiente che probabilmente bisogna cercare il movente del suo omicidio. Ad oggi, del delitto Tumino non si conoscono né esecutore né movente.
Presentazione del volume di Maria Bruna Noto “Ragazzi scalzi”.
Dialoga con l’autrice l’assessore Antonia Denaro.
Interverranno le classi delle scuole medie di Giarratana e Monterosso Almo
Chiuderà la serata il coro di Giarratana diretto dal maestro Francesco Giaquinta.
Sono sempre stata definita “nera”. Neri i miei capelli, neri i miei occhi, scura la mia carnagione. Ho sempre vissuto dentro schemi preconfigurati, galleggiando nelle mie certezze, sguazzando tra le mie convinzioni. Un giorno ricevo una chiamata: ho la possibilità di essere assunta presso la cooperativa sociale Filotea. Accetto. Vengo accolta da un rassicurante coordinatore. Bianco. Durante il nostro colloquio entra nella stanza un ragazzo, un mediatore culturale. Nero. Mi porge la sua mano per una stretta. Non ho mai dato la mano a un uomo di colore… mi alzo in piedi e gliela stringo. Non posso non rimanere rapita da quell’intersecarsi di dita, da quell’unione di due mani, di due mondi. Contemplo le nostre mani, una bianca e una nera, in quell’immagine da sempre vista su copertine di giornali o fotografie. Ma quella mano è la mia! Improvvisamente mi sento bianca. Avverto nel colore della mia pelle un candore mai sperimentato prima. Vedo la diversità ma non la sento. Percepisco, invece, la morbidezza di una mano spalmata di una vellutata crema, come la mia. Incrocio uno sguardo allegro, desideroso di fare amicizia, come il mio. Mi perdo in un sorriso sincero, genuino, come il mio. Inizia così il mio viaggio in Africa.
Presentazione del volume di Lia Rebecca Valerio “Storie a spicchi”.
Dialoga con l’autrice lo scrittore Andrea Iurato.
“Ho scritto una roba, non so nemmeno bene perché, ma vorrei fartela leggere”. È l’ottobre del 2019, l’ultimo anno del mondo di prima, quello senza pandemia, senza tamponi e mascherine. La “roba” è un pezzo assai ben scritto su Dearica Hamby, giocatrice della Virtus Eirene Ragusa che in America è appena stata eletta miglior giocatrice che esce da tutte le panchine della WNBA. Insieme a Fausto La Licata, che gestisce il sito della squadra, decidiamo di aprire una nuova sezione del sito, dove inserire le “robe” di Lia, che poi insieme ad altri pezzi, sono raccolte in questo libro.
L’autrice parla soprattutto di sport, di momenti più o (solo apparentemente) meno importanti, dipingendo giocatrici come Nicole Romeo o Agnese Soli o parlando del basket tre contro tre. C’è spazio per l’ironia, per le emozioni, ma c’è anche posto per qualche lacrima, in tre racconti dai quali però non traspare tristezza, ma che lasciano grande speranza. Come il ricordo di Maurizio Ferrara o quelli più planetari di Kobe e Maradona.
Le pagine di questo libro scorrono veloci, le emozioni si rincorrono così come le immagini di vita vissuta, mentre non di rado un occhio si fa lucido per lasciare però subito spazio al sorriso. Questo ci dice l’autrice. Prendere le cose con la giusta dose di leggerezza ma mettendo ogni goccia del proprio sudore in quello che si è chiamati a fare. Perché c’è sconfitta ma ci sarà sempre anche vittoria. C’è morte, ma c’è anche e soprattutto vita.
Presentazione del volume di Antonio Barone “La storie di Nino”.
Dialoga con l’autore il professore Giovanni Amore.
In questo libro si racconta la vita di un uomo, un uomo che, come scrive nella sua prefazione Demetra Barone, “ha sempre sognato. Una storia qualunque di un uomo qualunque che diventa la storia unica di un uomo che sogna”. Un sogno, una serie di ricordi che ci fanno conoscere Nino, il protagonista del sogno, attraverso le persone e i luoghi che egli ha incrociato o vissuto. A far da sfondo ai racconti e alle poesie che riempiono le pagine di questo volume c’è più di mezzo secolo di storia italiana. Una storia che parte dai primi anni ‘60 del secolo scorso per concludersi “l’altro ieri”, con il racconto che ha per “protagonista” il Covid-19. In mezzo c’è la Sicilia, il paesino natio dell’autore e la sua infanzia, i suoi amori, i suoi viaggi, i suoi amici, la sua famiglia. “Questo è Le storie di Nino, un libro di racconti e poesie che ci fa conoscere la vita semplice di un uomo che continua a sognare”.
Presentazione del volume di Antonio Barone “La storie di Nino”.
Dialoga con l’autore la professoressa Antonino Gulino.
In questo libro si racconta la vita di un uomo, un uomo che, come scrive nella sua prefazione Demetra Barone, “ha sempre sognato. Una storia qualunque di un uomo qualunque che diventa la storia unica di un uomo che sogna”. Un sogno, una serie di ricordi che ci fanno conoscere Nino, il protagonista del sogno, attraverso le persone e i luoghi che egli ha incrociato o vissuto. A far da sfondo ai racconti e alle poesie che riempiono le pagine di questo volume c’è più di mezzo secolo di storia italiana. Una storia che parte dai primi anni ‘60 del secolo scorso per concludersi “l’altro ieri”, con il racconto che ha per “protagonista” il Covid-19. In mezzo c’è la Sicilia, il paesino natio dell’autore e la sua infanzia, i suoi amori, i suoi viaggi, i suoi amici, la sua famiglia. “Questo è Le storie di Nino, un libro di racconti e poesie che ci fa conoscere la vita semplice di un uomo che continua a sognare”.
Presentazione del volume di Marinella Tumino “Profumi d’Istanbul”.
Dialoga con l’autore il giornalista Giuseppe Nucifora, direttore di Tumeout.
Greta Durante, insegnante di Lettere, decide di lasciare la Sicilia, sua terra di origine, e accetta l’incarico di docenza presso un liceo italiano a Istanbul, una nuova esperienza da vivere senza se e senza ma. Una storia di sogni, di scelte, d’amore e di speranze in cui si tramano i profumi, i sapori e i colori della Turchia con quelli della sua amata Isola. Un effettivo incontro tra due mondi, Oriente e Occidente, in cui si trovano diversità, ma anche tante assonanze. Profumi d’Istanbul è un invito a inseguire i sogni, ad andare oltre le valutazioni altrui in modo da sentirsi liberi di essere sempre se stessi con tutte le sfumature possibili, oltre il tempo, oltre i solchi della pelle e dell’anima…