Presentazione del volume di Antonella Galuppi, “MareDentro”.
Introduce Sabrina Mercante, presidente dell’associazione “Donne a Sud”
Dialoga con l’autrice Pippo Di Noto
Il giorno di San Valentino un uomo denuncia la scomparsa della moglie, una docente cinquantenne. Nel paesino in cui vive, si attivano le ricerche finché un pescatore si imbatte in un corpo esanime ai piedi di un costone roccioso sul mare: la donna scomparsa. Omicidio o suicidio? Le congetture mediatiche gettano scompiglio fra i concittadini della vittima facendo emergere il lato più perverso ed egocentrico di quella piccola realtà. Ad appena ventiquattro ore dalla macabra scoperta, la speaker di una radio locale riceve una lettera olografa, a firma della donna, spedita il giorno prima della sua morte. Incuriosita dal monito contenuto, “non fidarti di quello che appare”, appena l’autopsia rivela che si è trattato di omicidio, decide di indagare in incognito. Non riuscendo nell’intento, chiede aiuto al suo ex convivente, un investigatore privato. L’uomo, ancora innamorato di lei, la asseconda con la speranza di riconquistarla. Scopriranno che la vittima aveva confidato ad un amico dettagli della sua vita, fra cui una storia degradante, consumata nell’istituto dove i due insegnavano, che lei voleva denunciare nonostante l’atteggiamento omertoso degli altri colleghi. Un diario segreto, scoperto per caso, diventa il custode di un movente conosciuto solo da due persone. Riuscirà, l’investigatore, a prendere la decisione giusta?
Presentazione del volume di Marinella Tumino “Profumi d’Istanbul”.
Dialoga con l’autrice la professoressa Gaudenzia Flaccavento
Ospite d’onore la giornalista turca Mine Turkili
Coreografie di Renata Guastella
Greta Durante, insegnante di Lettere, decide di lasciare la Sicilia, sua terra di origine, e accetta l’incarico di docenza presso un liceo italiano a Istanbul, una nuova esperienza da vivere senza se e senza ma. Una storia di sogni, di scelte, d’amore e di speranze in cui si tramano i profumi, i sapori e i colori della Turchia con
quelli della sua amata Isola. Un effettivo incontro tra due mondi, Oriente e Occidente, in cui si trovano diversità, ma anche tante assonanze. Profumi d’Istanbul è un invito a inseguire i sogni, ad andare oltre le valutazioni altrui in modo da sentirsi liberi di essere sempre se stessi con tutte le sfumature possibili, oltre il tempo, oltre i
solchi della pelle e dell’anima….
Presentazione del volume di Fabio Wasserman, “La sponda solitaria del fiume”.
Dialoga con l’autore Sara Curcio Raiti
Una raccolta di racconti auto-conclusivi (ben nove) che si leggono come fossero un viaje letterario nei meandri occulti della coscienza segnata dalla solitudine e dalla consapevolezza che il tutto vissuto non è altro che sofferenza e disaccordo. È il percorso che Fabio Wasserman, scrittore argentino – per la prima volta tradotto in italiano – ci offre con La sponda solitaria del fiume (El lado solitario del río nell’edizione originaria). In una sorta di suggestivo andare dell’indole umana, conscia e inconscia, con mano l’Autore ci conduce nel mondo insondabile e inesplorabile dell’animo. Al punto che le sue riflessioni in prosa intrise di tanto afflato poetico, diventano le nostre suggestioni. Fabio Wasserman, così facendo e da par suo, si colloca nella scia della migliore e grande tradizione letteraria latino-americana, da Gabriel García Márquez a Jorge Luis Borges, non dimenticando Juan Rulfo. In maniera plastica, infatti, plasma il realismo fantastico del colombiano con l’esaltazione dell’ombra dell’argentino, come se il sapore del vento del messicano ci facesse rivivere oggi le persone care di ieri. Con questa opera l’Autore afferma consapevolmente che l’amore così come la mujer vestida de miedo, vale a dire la morte – Eros e Thanatos – non sono altro che rimasugli di angoscia e solitudine, e in tal modo compresi, vissuti e fatti propri.
Presentazione del volume di Fabio Wasserman, “La sponda solitaria del fiume”.
Una raccolta di racconti auto-conclusivi (ben nove) che si leggono come fossero un viaje letterario nei meandri occulti della coscienza segnata dalla solitudine e dalla consapevolezza che il tutto vissuto non è altro che sofferenza e disaccordo. È il percorso che Fabio Wasserman, scrittore argentino – per la prima volta tradotto in italiano – ci offre con La sponda solitaria del fiume (El lado solitario del río nell’edizione originaria). In una sorta di suggestivo andare dell’indole umana, conscia e inconscia, con mano l’Autore ci conduce nel mondo insondabile e inesplorabile dell’animo. Al punto che le sue riflessioni in prosa intrise di tanto afflato poetico, diventano le nostre suggestioni. Fabio Wasserman, così facendo e da par suo, si colloca nella scia della migliore e grande tradizione letteraria latino-americana, da Gabriel García Márquez a Jorge Luis Borges, non dimenticando Juan Rulfo. In maniera plastica, infatti, plasma il realismo fantastico del colombiano con l’esaltazione dell’ombra dell’argentino, come se il sapore del vento del messicano ci facesse rivivere oggi le persone care di ieri. Con questa opera l’Autore afferma consapevolmente che l’amore così come la mujer vestida de miedo, vale a dire la morte – Eros e Thanatos – non sono altro che rimasugli di angoscia e solitudine, e in tal modo compresi, vissuti e fatti propri.
Presentazione del volume di Angela Amato, “Incontri”.
“L’uomo è un animale politico”, siamo fatti per la relazione, cioè per stabilire un legame, una relazione, un incontro con l’altro. Tema più che mai attuale in un’epoca in cui le connessioni hanno sostituito le relazioni, dove con un click o con un‘emoticon si esprimono cordoglio e felicitazioni. L’autrice si interroga sul significato profondo del termine “incontro”, considerato come un aspetto importante della vita di ogni essere umano e lo fa attraverso una galleria di personaggi diversi ma accomunanti da una singolare esperienza di cui si scandagliano le conseguenze: l’incontro con Gesù. Il giovane Meir segue la sua vocazione. Pietro impara a fidarsi di Gesù nel bel mezzo di una tempesta. Una concubina peccatrice incontra Gesù da cui si sente accolta e amata senza essere giudicata. Il cieco dalla nascita, dopo il suo incontro con Gesù, vede per la prima volta il mondo che lo circonda. Una madre invoca la guarigione per la figlia ma è lei ad essere guarita per prima, scoprendo la sua forza di madre e di donna. Una giovane sposa ricorda il suo incontro con il Maestro. Un’adultera, destinata alla lapidazione, dall’incontro con Gesù ha una seconda possibilità. Un contadino lebbroso è avvicinato dal Maestro che lo guarisce e gli permette di ritornare a casa. Un pastore diffidente deve ricredersi dopo il suo incontro nella stalla di Betlemme. Il pubblicano Zaccheo ha l’onore di ospitare a casa sua il Maestro. Sono tutti personaggi che grazie all’Incontro con Gesù hanno scoperto il senso della loro esistenza e trovato la loro strada, un percorso che ogni lettore può compiere.
Presentazione del volume di Antonella Galuppi, “MareDentro”.
Saluti istituzionali:
Avv. Gianfranco Fidone, sindaco di Acata
Avv. Giuseppe Raffo, assessore alla Cultura
Dialoga con l’autrice la prof.ssa Giovanna Baglieri, presidente della Fondazione Baglieri
Letture a cura di Pippo Di Noto
Il giorno di San Valentino un uomo denuncia la scomparsa della moglie, una docente cinquantenne. Nel paesino in cui vive, si attivano le ricerche finché un pescatore si imbatte in un corpo esanime ai piedi di un costone roccioso sul mare: la donna scomparsa. Omicidio o suicidio? Le congetture mediatiche gettano scompiglio fra i concittadini della vittima facendo emergere il lato più perverso ed egocentrico di quella piccola realtà. Ad appena ventiquattro ore dalla macabra scoperta, la speaker di una radio locale riceve una lettera olografa, a firma della donna, spedita il giorno prima della sua morte. Incuriosita dal monito contenuto, “non fidarti di quello che appare”, appena l’autopsia rivela che si è trattato di omicidio, decide di indagare in incognito. Non riuscendo nell’intento, chiede aiuto al suo ex convivente, un investigatore privato. L’uomo, ancora innamorato di lei, la asseconda con la speranza di riconquistarla. Scopriranno che la vittima aveva confidato ad un amico dettagli della sua vita, fra cui una storia degradante, consumata nell’istituto dove i due insegnavano, che lei voleva denunciare nonostante l’atteggiamento omertoso degli altri colleghi. Un diario segreto, scoperto per caso, diventa il custode di un movente conosciuto solo da due persone. Riuscirà, l’investigatore, a prendere la decisione giusta?
Incontri a teatro. Testi e regia di Angela Amato
“L’uomo è un animale politico”, siamo fatti per la relazione, cioè per stabilire un legame, una relazione, un incontro con l’altro. Tema più che mai attuale in un’epoca in cui le connessioni hanno sostituito le relazioni, dove con un click o con un‘emoticon si esprimono cordoglio e felicitazioni. L’autrice si interroga sul significato profondo del termine “incontro”, considerato come un aspetto importante della vita di ogni essere umano e lo fa attraverso una galleria di personaggi diversi ma accomunanti da una singolare esperienza di cui si scandagliano le conseguenze: l’incontro con Gesù. Il giovane Meir segue la sua vocazione. Pietro impara a fidarsi di Gesù nel bel mezzo di una tempesta. Una concubina peccatrice incontra Gesù da cui si sente accolta e amata senza essere giudicata. Il cieco dalla nascita, dopo il suo incontro con Gesù, vede per la prima volta il mondo che lo circonda. Una madre invoca la guarigione per la figlia ma è lei ad essere guarita per prima, scoprendo la sua forza di madre e di donna. Una giovane sposa ricorda il suo incontro con il Maestro. Un’adultera, destinata alla lapidazione, dall’incontro con Gesù ha una seconda possibilità. Un contadino lebbroso è avvicinato dal Maestro che lo guarisce e gli permette di ritornare a casa. Un pastore diffidente deve ricredersi dopo il suo incontro nella stalla di Betlemme. Il pubblicano Zaccheo ha l’onore di ospitare a casa sua il Maestro. Sono tutti personaggi che grazie all’Incontro con Gesù hanno scoperto il senso della loro esistenza e trovato la loro strada, un percorso che ogni lettore può compiere.
Introduzione ai personaggi: Maria Grazia Scollo
Due sposi e un bicchiere di vino: Salvatore Castellino e Maria Farina
Il pensiero della Luce: Giuseppe Giaquinta
Una fanciulla testarda: Maria Cristina Arcieri
Meir cinque pani e due pesci: Simone Fontanazza
Un’adultera: Alessia Giaquinta
Zaccheo: Alfio Messina
Una Madre: Maria Grazia Fiore
Scenografia: Lucia Carfì
Luci e logistica: Giovanni Dibenedetto e Pippo Noto
Costumi: Angela Amato
Arrangiamenti e musiche: Gli Amerillo
Tastiere e voce :Angelo Castellino
Percussioni :Andrea Castellino
Chitarra e voce: Mario Garofalo
Tromba: Simone Fontanazza
Basso: Giovanni Scollo
Voce: Alessia Roccuzzo, Giuseppe Giaquinta, Maria Cristina Arcieri
Presentazione del volume di Baky Meité “Gli stracci blu”.
Dialoga con l’autore il giornalista Davide Macor.
In queste pagine non c’è solo il racconto di uomo che ha dato parte del suo tempo (forzatamente) libero per aiutare chi in quel periodo stava cercando di sconfiggere il Covid quando stava iniziando a mietere le prime vittime. In questo libro ci sono anche i ritratti di chi, pur non essendo sotto i riflettori della ribalta mediatica, ha dato il suo importante contributo perché il contagio non si propagasse. Conosceremo così Soued, Mariam, Couz, Sara, quelle persone cioè che sono apparse nei telegiornali, quelle per le quali non si sono sprecati applausi, ma anche Hélène, Olivier e quanti si trovavano in ospedale perché anziano, costretti a combattere con il virus e non sempre uscendone vincitori. Baky ha indossato le vesti di puliziere solo per un paio di mesi, forse pochi, ma sufficienti perché queste pagine possano essere sfogliate come tante fotografie di persone, oggetti, ambienti, per non dimenticarli. Perché, se il mare è formato da tante gocce d’acqua, ciascuno di noi è una di quelle gocce che lo formano.
Presentazione del volume di Baky Meité “Gli stracci blu”.
Dialoga con l’autore il giornalista Michele Bianchi.
In queste pagine non c’è solo il racconto di uomo che ha dato parte del suo tempo (forzatamente) libero per aiutare chi in quel periodo stava cercando di sconfiggere il Covid quando stava iniziando a mietere le prime vittime. In questo libro ci sono anche i ritratti di chi, pur non essendo sotto i riflettori della ribalta mediatica, ha dato il suo importante contributo perché il contagio non si propagasse. Conosceremo così Soued, Mariam, Couz, Sara, quelle persone cioè che sono apparse nei telegiornali, quelle per le quali non si sono sprecati applausi, ma anche Hélène, Olivier e quanti si trovavano in ospedale perché anziano, costretti a combattere con il virus e non sempre uscendone vincitori. Baky ha indossato le vesti di puliziere solo per un paio di mesi, forse pochi, ma sufficienti perché queste pagine possano essere sfogliate come tante fotografie di persone, oggetti, ambienti, per non dimenticarli. Perché, se il mare è formato da tante gocce d’acqua, ciascuno di noi è una di quelle gocce che lo formano.
Presentazione del volume di Baky Meité “Gli stracci blu”.
Dialoga con l’autore il giornalista Alessandro Groppi
In queste pagine non c’è solo il racconto di uomo che ha dato parte del suo tempo (forzatamente) libero per aiutare chi in quel periodo stava cercando di sconfiggere il Covid quando stava iniziando a mietere le prime vittime. In questo libro ci sono anche i ritratti di chi, pur non essendo sotto i riflettori della ribalta mediatica, ha dato il suo importante contributo perché il contagio non si propagasse. Conosceremo così Soued, Mariam, Couz, Sara, quelle persone cioè che sono apparse nei telegiornali, quelle per le quali non si sono sprecati applausi, ma anche Hélène, Olivier e quanti si trovavano in ospedale perché anziano, costretti a combattere con il virus e non sempre uscendone vincitori. Baky ha indossato le vesti di puliziere solo per un paio di mesi, forse pochi, ma sufficienti perché queste pagine possano essere sfogliate come tante fotografie di persone, oggetti, ambienti, per non dimenticarli. Perché, se il mare è formato da tante gocce d’acqua, ciascuno di noi è una di quelle gocce che lo formano.