Presentazione del romanzo di Mariacarmela Torchi “L’amore che uccide”.
Chiara Scucces e Giuseppe Pitrolo dialogheranno con l’autrice.
È l’amore il protagonista di questo romanzo. Una riflessione su questo sentimento che se tradito, finito, umiliato, deluso ha come estrema conseguenza la violenza e quindi la morte. Ma l’amore non può e non deve essere solo questo. L’amore è gioia, fiducia e soprattutto genera vita. Spinti da questo sentimento si muovono i personaggi di questa storia che sono legati fra loro da un evento tragico realmente accaduto a Modica nei primi anni settanta.
In collaborazione con:
Con il patrocinio di:
Comune di Scicli
Banca Agricola Popolare di Ragusa
Fondazione Confeserfidi
Pro Loco Scicli
Presentazione del romanzo di Mariacarmela Torchi “L’amore che uccide”.
Interverranno Santina Amata, Presidente Associazione Ipso Facto, l’avvocato Giovanna Ragusa. Modera il giornalista Salvatore Cannata
Durante la serata verranno letti alcuni brani del libro dagli attori del Nuovo Teatro Popolare di Ispica
È l’amore il protagonista di questo romanzo. Una riflessione su questo sentimento che se tradito, finito, umiliato, deluso ha come estrema conseguenza la violenza e quindi la morte. Ma l’amore non può e non deve essere solo questo. L’amore è gioia, fiducia e soprattutto genera vita. Spinti da questo sentimento si muovono i personaggi di questa storia che sono legati fra loro da un evento tragico realmente accaduto a Modica nei primi anni settanta.
Questo evento è patrocinato dal Comune di Palazzolo Acreide in collaborazione con ANFFAS.
Presentazione del romanzo di Nicola Colombo “Il tempo e le storie di Hugo”.
Converserà con l’autore il giornalista Angelo Dinatale
Letture di Toni Cicero Santalena
Musiche eseguite dal Duo Stranìa
Il nostromo di nome Hugo – l’acca davanti e l’accento sulla o, pronuncia alla francese – è il protagonista e per larghi tratti l’io-narrante di questo romanzo. Oramai immobilizzato su una sedia a rotelle a causa di un incidente sul lavoro che ne ha paralizzato le gambe ma non intaccato la memoria, Hugo vegeta gli ultimi anni della sua tormentata esistenza nella locanda Vita Eterna!, la casa di cura dove si trova in perfetta solitudine. Qui, tra terapia e riabilitazione, trova il tempo, tra sogno e realtà, di rivivere i fatti salienti che hanno segnato il suo quasi mezzo secolo di vita, specie in relazione alle vicende legate alle persone incontrate, lasciate e ritrovate, e che l’hanno profondamente segnato nell’animo. Così, in un caleidoscopio sempre mutante di fatti e situazioni, di scenari e linguaggi, di ambientazioni e personaggi, emergono dallo scrigno della memoria Misia, la madre; Matis/Esmeralda, la sorellastra; Libero, il padre; Mazzino, il nonno; Soledad, la figlia naturale; Isolina, la ragazza da marciapiede di cui si innamora. Personaggi che l’autore tratteggia non solo negli aspetti fisiognomici ma ancor prima e meglio nelle passioni e nei sentimenti con un linguaggio letterario effervescente e schietto, sempre sospeso tra rappresentazione onirica e realtà, tra immaginazione e concretezza. Dentro le vicissitudini esistenziali il protagonista ci appare un eroe del nostro tempo, fragile e instabile analogamente all’epoca con cui ha crudelmente convissuto, anni e vicende con cui ognuno di noi è costretto a fare i conti.
Presentazione del romanzo di Nicola Colombo “Il tempo e le storie di Hugo”.
Converserà con l’autore il giornalista Salvatore Scalia
Letture di Miko Magistro
Musiche eseguite dal Duo Stranìa
Il nostromo di nome Hugo – l’acca davanti e l’accento sulla o, pronuncia alla francese – è il protagonista e per larghi tratti l’io-narrante di questo romanzo. Oramai immobilizzato su una sedia a rotelle a causa di un incidente sul lavoro che ne ha paralizzato le gambe ma non intaccato la memoria, Hugo vegeta gli ultimi anni della sua tormentata esistenza nella locanda Vita Eterna!, la casa di cura dove si trova in perfetta solitudine. Qui, tra terapia e riabilitazione, trova il tempo, tra sogno e realtà, di rivivere i fatti salienti che hanno segnato il suo quasi mezzo secolo di vita, specie in relazione alle vicende legate alle persone incontrate, lasciate e ritrovate, e che l’hanno profondamente segnato nell’animo. Così, in un caleidoscopio sempre mutante di fatti e situazioni, di scenari e linguaggi, di ambientazioni e personaggi, emergono dallo scrigno della memoria Misia, la madre; Matis/Esmeralda, la sorellastra; Libero, il padre; Mazzino, il nonno; Soledad, la figlia naturale; Isolina, la ragazza da marciapiede di cui si innamora. Personaggi che l’autore tratteggia non solo negli aspetti fisiognomici ma ancor prima e meglio nelle passioni e nei sentimenti con un linguaggio letterario effervescente e schietto, sempre sospeso tra rappresentazione onirica e realtà, tra immaginazione e concretezza. Dentro le vicissitudini esistenziali il protagonista ci appare un eroe del nostro tempo, fragile e instabile analogamente all’epoca con cui ha crudelmente convissuto, anni e vicende con cui ognuno di noi è costretto a fare i conti.
Presentazione del romanzo di Nicola Colombo “Il tempo e le storie di Hugo”.
Converserà con l’autore il professore Giuseppe Pitrolo
Musiche eseguite dal Duo Stranìa
Il nostromo di nome Hugo – l’acca davanti e l’accento sulla o, pronuncia alla francese – è il protagonista e per larghi tratti l’io-narrante di questo romanzo. Oramai immobilizzato su una sedia a rotelle a causa di un incidente sul lavoro che ne ha paralizzato le gambe ma non intaccato la memoria, Hugo vegeta gli ultimi anni della sua tormentata esistenza nella locanda Vita Eterna!, la casa di cura dove si trova in perfetta solitudine. Qui, tra terapia e riabilitazione, trova il tempo, tra sogno e realtà, di rivivere i fatti salienti che hanno segnato il suo quasi mezzo secolo di vita, specie in relazione alle vicende legate alle persone incontrate, lasciate e ritrovate, e che l’hanno profondamente segnato nell’animo. Così, in un caleidoscopio sempre mutante di fatti e situazioni, di scenari e linguaggi, di ambientazioni e personaggi, emergono dallo scrigno della memoria Misia, la madre; Matis/Esmeralda, la sorellastra; Libero, il padre; Mazzino, il nonno; Soledad, la figlia naturale; Isolina, la ragazza da marciapiede di cui si innamora. Personaggi che l’autore tratteggia non solo negli aspetti fisiognomici ma ancor prima e meglio nelle passioni e nei sentimenti con un linguaggio letterario effervescente e schietto, sempre sospeso tra rappresentazione onirica e realtà, tra immaginazione e concretezza. Dentro le vicissitudini esistenziali il protagonista ci appare un eroe del nostro tempo, fragile e instabile analogamente all’epoca con cui ha crudelmente convissuto, anni e vicende con cui ognuno di noi è costretto a fare i conti.
Presentazione del romanzo di Cristina Schillaci, “Cortile cacao”
Dialogheranno con l’autrice Agata Raineri e Salvatore Bonsignore.
Bruna è felice, verace, sensitiva. Innamorata dei ricordi delle sue nonne, della sua isola e di Guenda, la sua cagnolina. Affascinata da numeri e magia. Ha un sogno, una missione, un segreto e il dono di poter modificare il corso degli eventi, riscrivendoli. Ha una casa con un cortile in Sicilia da dove guarda e ama la Luna, e nel tempo di una Luna si scrive la sua avventura a Versailles e la relazione complicata con Noah, un uomo bellissimo, incoerente e pericoloso, con tante maschere e una vita piena di ombre. C’è qualcosa che viene dal passato, nel tempo di un’altra Luna, che pende sulla testa dei due come una maledizione, qualcosa che Diego non perdonerà mai. La sua vendetta è articolata e feroce. Diego vuole Noah per distruggerlo.
Presentazione del romanzo di Nicola Colombo “Il tempo e le storie di Hugo”.
Converserà con l’autore Giuseppe Pitrolo (componente del gruppo “V.Brancati! di Scicli)
Letture di Silvana Blandino e Carmelo Di Stefano
Intermezzi musicali del duo “StraNìa”
Parteciperà Maria Monisteri (assessore alla Cultura del comune di Modica)
Coordinamento di Domenico Pisana (presidente del caffè Quasimodo)
La presentazione si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid.
Il nostromo di nome Hugo – l’acca davanti e l’accento sulla o, pronuncia alla francese – è il protagonista e per larghi tratti l’io-narrante di questo romanzo. Oramai immobilizzato su una sedia a rotelle a causa di un incidente sul lavoro che ne ha paralizzato le gambe ma non intaccato la memoria, Hugo vegeta gli ultimi anni della sua tormentata esistenza nella locanda Vita Eterna!, la casa di cura dove si trova in perfetta solitudine. Qui, tra terapia e riabilitazione, trova il tempo, tra sogno e realtà, di rivivere i fatti salienti che hanno segnato il suo quasi mezzo secolo di vita, specie in relazione alle vicende legate alle persone incontrate, lasciate e ritrovate, e che l’hanno profondamente segnato nell’animo. Così, in un caleidoscopio sempre mutante di fatti e situazioni, di scenari e linguaggi, di ambientazioni e personaggi, emergono dallo scrigno della memoria Misia, la madre; Matis/Esmeralda, la sorellastra; Libero, il padre; Mazzino, il nonno; Soledad, la figlia naturale; Isolina, la ragazza da marciapiede di cui si innamora. Personaggi che l’autore tratteggia non solo negli aspetti fisiognomici ma ancor prima e meglio nelle passioni e nei sentimenti con un linguaggio letterario effervescente e schietto, sempre sospeso tra rappresentazione onirica e realtà, tra immaginazione e concretezza. Dentro le vicissitudini esistenziali il protagonista ci appare un eroe del nostro tempo, fragile e instabile analogamente all’epoca con cui ha crudelmente convissuto, anni e vicende con cui ognuno di noi è costretto a fare i conti.
Presentazione del romanzo di Nicola Colombo “Il tempo e le storie di Hugo”.
Converserà con l’autore il professore Luigi Blanco (presidente dell’Associazione LE MUSE)
Intermezzi musicali del duo “StraNìa”
Parteciperà il sindaco di Ispica, l’on Innocenzo Leontini e l’assessore alla Cultura prof.ssa Lucia Franzò
La presentazione, organizzata dall’Associazione Le Muse e con il patrocinio del Comune di Ispica, si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid.
Il nostromo di nome Hugo – l’acca davanti e l’accento sulla o, pronuncia alla francese – è il protagonista e per larghi tratti l’io-narrante di questo romanzo. Oramai immobilizzato su una sedia a rotelle a causa di un incidente sul lavoro che ne ha paralizzato le gambe ma non intaccato la memoria, Hugo vegeta gli ultimi anni della sua tormentata esistenza nella locanda Vita Eterna!, la casa di cura dove si trova in perfetta solitudine. Qui, tra terapia e riabilitazione, trova il tempo, tra sogno e realtà, di rivivere i fatti salienti che hanno segnato il suo quasi mezzo secolo di vita, specie in relazione alle vicende legate alle persone incontrate, lasciate e ritrovate, e che l’hanno profondamente segnato nell’animo. Così, in un caleidoscopio sempre mutante di fatti e situazioni, di scenari e linguaggi, di ambientazioni e personaggi, emergono dallo scrigno della memoria Misia, la madre; Matis/Esmeralda, la sorellastra; Libero, il padre; Mazzino, il nonno; Soledad, la figlia naturale; Isolina, la ragazza da marciapiede di cui si innamora. Personaggi che l’autore tratteggia non solo negli aspetti fisiognomici ma ancor prima e meglio nelle passioni e nei sentimenti con un linguaggio letterario effervescente e schietto, sempre sospeso tra rappresentazione onirica e realtà, tra immaginazione e concretezza. Dentro le vicissitudini esistenziali il protagonista ci appare un eroe del nostro tempo, fragile e instabile analogamente all’epoca con cui ha crudelmente convissuto, anni e vicende con cui ognuno di noi è costretto a fare i conti.
OPERAINCERTA VA IN SCENA! Il libro di Salvatore Barone che raccoglie i proverbi e detti siciliani, “CALATI JUNCO” diventa anche SPETTACOLO TEATRALE che verrà messo in scena a Valverde (CT) presso il centro cinofilo SOTTOTIMPA Musiche originali: Alessandro Cavalieri Al pianoforte: Pietro Cavalieri Con : Saro Pizzuto e Agata Raineri.
Sarà presente l’autore.
Il libro di Salvatore Barone procede su un doppio binario, il primo riguarda i testi dei proverbi, il secondo è una lettura di essi che non è semplice e, come spesso accade in pubblicazioni di questo genere, semplicistica spiegazione, ma invece scende nella densa e stratificata profondità del pensiero che il proverbio sottende. Ciò che ne deriva è una riflessione che induce a guardare indietro nel tempo, scavando nella memoria comune di un popolo alla ricerca della “civiltà dei proverbi”. La meditazione di Salvatore Barone, non risponde solo al bisogno di recuperare le radici della nostra comunità, ma a soddisfare una necessità esistenziale, quella di sentire la continuità fra passato e futuro, per leggerne i segreti del rapporto fra pulsioni, bisogni, regole, ragione e civiltà che abbiamo smarrito. Sperando forse di trovare spunti e ispirazione per una nuova etica di cui abbiamo un grande bisogno. [dalla prefazione di Domenico Amoroso]
Presentazione del volume di Giuseppe Tumino “Massàri”.
Converserà con l’autore il professore Giorgio Flaccavento
La presentazione, organizzata in collaborazione con UNI3 di Santa Croce Camerina, si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid.
Occorre sempre lasciare traccia scritta del nostro passato, altrimenti tutto si perde e si dimentica. Se non c’è qualcuno che scrive oggi sul mestiere del mastro ri carretta, non sapremo mai come faceva ad infilare il cerchione di ferro sulla ruota del carretto, non sapremo chi dipingeva le fiancate e il portellone del carretto, chi faceva l’armigghji per il cavallo, con quali strumenti li facevano e che
materiali adoperavano. Lo stesso discorso vale per lo scarparo, il custurieri, l’ippisaru, il milaru, il cunziruoto, il mastru re mura a siccu, il firraru, il vuttaru o l’umbrillaru. Cosa ne sappiamo della perizia del mastru re mura a siccu nello scegliere la pietra e tagliarla per inserirla in quel capolavoro che è il muru a siccu così presente dalle nostre parti che assolve alla funzione di delimitare, la proprietà e creare le ciuse dove gli animali non possono uscire se non attraverso il varu che il
massaro di volta in volta sbraca e poi ciuri? E che dire degli antichi lavori di campagna che ormai non si fanno più come u pisari che cavaddi, mietere i saittuna, fari i scuparini, o i liami p’anfasciari i regni? Per questo è necessario lasciare testimonianza di questo passato. Perché è storia e questa serve alle nuove generazione per capire il presente.