Presentazione del volume di Antonella Galuppi “Vite a stralci” all’interno della rassegna “Lib(e)ri a Ragusa”.
Dialoga con l’autrice Pippo Di Noto
La presentazione si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid. – Obbligatorio il green pass rafforzato
Una narrazione senza maschera di “Vite a stralci” tesa a fotografare il livello esistenziale della società, oscillazioni tra denuncia e angoscia, nella quale l’autrice semina la sua cifra esperienziale di poetessa e giornalista, criminologa e politico, protesa all’impegno sociale. Ironica a rasentare il sarcasmo, ci svela il disincanto della vita; l’assenza, amara, di piacere e gioia, sin dal primo racconto, dove emergono certi “effetti collaterali” causati dalle inevitabili restrizioni a seguito della pandemia. Quindi, una sequela di personaggi dominati dal caos e dal turbamento, antieroi protagonisti di storie magiche o, perlomeno, oniriche. Gronchi Rosa che valgono “un Perù”, la scorciatoia per “L’eredità”, una chiassosa cagnetta da “ritrovo”. Che contrastano con la cruda narrazione della realtà più dura, quella della casta, che rifiuta categoricamente la diversità, o i rapporti angusti, dove l’amore non è mai fonte di
gioia. Né manca il racconto esilarante del furto presunto con il ribaltamento finale. Stralci di vite di personaggi indisponenti, talvolta vigliacchi, che fanno da contrappeso ad altri, generosi ed encomiabili, abilmente descritti e incastonati in storie deliziose da leggere tutte d’un fiato.
Presentazione del volume di Marinella Tumino “L’urlo del Danubio | Viaggio dell’anima sui binari della memoria storica”.
All’interno della manifestazione “Voci di donne”.
Dialogherà con l’autrice Teresa Floridia
Seguirà interpretazione enologica a cura della sommelier Cettina Rizza
La memoria storica è testimonianza del passato, insegna la fecondità del sacrificio e celebra il trionfo della spiritualità. L’urlo del Danubio ripercorre con un treno immaginario un viaggio interiore effettuato dall’autrice nei luoghi della disumanità: dal campo di Dachau all’Alloggio segreto di Anne Frank e poi ancora dalla risiera di San Sabba a Trieste ai quartieri ebraici di Ferrara, Roma, Budapest. Ripercorrere i binari della memoria storica è un modo per tenere vivo il ricordo di ciò che è stato ma soprattutto per far sì che simili tragedie non debbano accadere mai più. “Ne plus jamais!”, come recita il severo monito che ora sovrasta il lager di Dachau e, idealmente, tutti i luoghi di sterminio e di offesa dell’uomo.
Presentazione del volume di Antonella Galuppi “Vite a stralci”.
Dialogherà con l’autrice il giornalista Paolo Mandarà, direttore del giornale “Santa Croce Web”.
Interverrà il poeta Pippo Di Noto.
La presentazione si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid. – Obbligatorio il green pass rafforzato
Una narrazione senza maschera di “Vite a stralci” tesa a fotografare il livello esistenziale della società, oscillazioni tra denuncia e angoscia, nella quale l’autrice semina la sua cifra esperienziale di poetessa e giornalista, criminologa e politico, protesa all’impegno sociale. Ironica a rasentare il sarcasmo, ci svela il disincanto della vita; l’assenza, amara, di piacere e gioia, sin dal primo racconto, dove emergono certi “effetti collaterali” causati dalle inevitabili restrizioni a seguito della pandemia. Quindi, una sequela di personaggi dominati dal caos e dal turbamento, antieroi protagonisti di storie magiche o, perlomeno, oniriche. Gronchi Rosa che valgono “un Perù”, la scorciatoia per “L’eredità”, una chiassosa cagnetta da “ritrovo”. Che contrastano con la cruda narrazione della realtà più dura, quella della casta, che rifiuta categoricamente la diversità, o i rapporti angusti, dove l’amore non è mai fonte di
gioia. Né manca il racconto esilarante del furto presunto con il ribaltamento finale. Stralci di vite di personaggi indisponenti, talvolta vigliacchi, che fanno da contrappeso ad altri, generosi ed encomiabili, abilmente descritti e incastonati in storie deliziose da leggere tutte d’un fiato.
Viaggio dell’anima sui binari della memoria storica (Spettacolo itinerante).
Lettura e Interpretazione (a cura dell’attrice Giada Ruggeri) di alcuni passi tratti dal libro “L’urlo del Danubio” con le coreografie del corpo di ballo “Danza per dire”
La memoria storica è testimonianza del passato, insegna la fecondità del sacrificio e celebra il trionfo della spiritualità. L’urlo del Danubio ripercorre con un treno immaginario un viaggio interiore effettuato dall’autrice nei luoghi della disumanità: dal campo di Dachau all’Alloggio segreto di Anne Frank e poi ancora dalla risiera di San Sabba a Trieste ai quartieri ebraici di Ferrara, Roma, Budapest. Ripercorrere i binari della memoria storica è un modo per tenere vivo il ricordo di ciò che è stato ma soprattutto per far sì che simili tragedie non debbano accadere mai più. “Ne plus jamais!”, come recita il severo monito che ora sovrasta il lager di Dachau e, idealmente, tutti i luoghi di sterminio e di offesa dell’uomo.
Presentazione del volume di Antonella Galuppi “Vite a stralci”.
Dialogherà con l’autrice il poeta Pippo Di Noto
La presentazione si svolgerà nel rispetto delle norme anti covitd. – Obbligatorio il green pass rafforzato
Una narrazione senza maschera di “Vite a stralci” tesa a fotografare il livello esistenziale della società, oscillazioni tra denuncia e angoscia, nella quale l’autrice semina la sua cifra esperienziale di poetessa e giornalista, criminologa e politico, protesa all’impegno sociale. Ironica a rasentare il sarcasmo, ci svela il disincanto della vita; l’assenza, amara, di piacere e gioia, sin dal primo racconto, dove emergono certi “effetti collaterali” causati dalle inevitabili restrizioni a seguito della pandemia. Quindi, una sequela di personaggi dominati dal caos e dal turbamento, antieroi protagonisti di storie magiche o, perlomeno, oniriche. Gronchi Rosa che valgono “un Perù”, la scorciatoia per “L’eredità”, una chiassosa cagnetta da “ritrovo”. Che contrastano con la cruda narrazione della realtà più dura, quella della casta, che rifiuta categoricamente la diversità, o i rapporti angusti, dove l’amore non è mai fonte di
gioia. Né manca il racconto esilarante del furto presunto con il ribaltamento finale. Stralci di vite di personaggi indisponenti, talvolta vigliacchi, che fanno da contrappeso ad altri, generosi ed encomiabili, abilmente descritti e incastonati in storie deliziose da leggere tutte d’un fiato.
Presentazione del volume di Antonella Galuppi “Vite a stralci”.
Dialoghera con l’autrice il poeta Pippo Di Noto.
La presentazione si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid. – Obbligatorio il green pass rafforzato
Una narrazione senza maschera di “Vite a stralci” tesa a fotografare il livello esistenziale della società, oscillazioni tra denuncia e angoscia, nella quale l’autrice semina la sua cifra esperienziale di poetessa e giornalista, criminologa e politico, protesa all’impegno sociale. Ironica a rasentare il sarcasmo, ci svela il disincanto della vita; l’assenza, amara, di piacere e gioia, sin dal primo racconto, dove emergono certi “effetti collaterali” causati dalle inevitabili restrizioni a seguito della pandemia. Quindi, una sequela di personaggi dominati dal caos e dal turbamento, antieroi protagonisti di storie magiche o, perlomeno, oniriche. Gronchi Rosa che valgono “un Perù”, la scorciatoia per “L’eredità”, una chiassosa cagnetta da “ritrovo”. Che contrastano con la cruda narrazione della realtà più dura, quella della casta, che rifiuta categoricamente la diversità, o i rapporti angusti, dove l’amore non è mai fonte di gioia. Né manca il racconto esilarante del furto presunto con il ribaltamento finale. Stralci di vite di personaggi indisponenti, talvolta vigliacchi, che fanno da contrappeso ad altri, generosi ed encomiabili, abilmente descritti e incastonati in storie deliziose da leggere tutte d’un fiato.
Presentazione del volume di Antonella Galuppi “Vite a stralci”.
Coordinamento di Antonella Monaca (Caffè Quasimodo)
Introduce Domenico Pisana (Presidente Caffè Quasimodo)
Dialogherà con l’autrice il poeta Pippo Di Noto
Intermezzi musicali del due “Dugo-Marino” (Giuseppe Dugo al clarinetto e Debora Marino al pianoforte)
La presentazione si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid.
Una narrazione senza maschera di “Vite a stralci” tesa a fotografare il livello esistenziale della società, oscillazioni tra denuncia e angoscia, nella quale l’autrice semina la sua cifra esperienziale di poetessa e giornalista, criminologa e politico, protesa all’impegno sociale. Ironica a rasentare il sarcasmo, ci svela il disincanto della vita; l’assenza, amara, di piacere e gioia, sin dal primo racconto, dove emergono certi “effetti collaterali” causati dalle inevitabili restrizioni a seguito della pandemia. Quindi, una sequela di personaggi dominati dal caos e dal turbamento, antieroi protagonisti di storie magiche o, perlomeno, oniriche. Gronchi Rosa che valgono “un Perù”, la scorciatoia per “L’eredità”, una chiassosa cagnetta da “ritrovo”. Che contrastano con la cruda narrazione della realtà più dura, quella della casta, che rifiuta categoricamente la diversità, o i rapporti angusti, dove l’amore non è mai fonte di gioia. Né manca il racconto esilarante del furto presunto con il ribaltamento finale. Stralci di vite di personaggi indisponenti, talvolta vigliacchi, che fanno da contrappeso ad altri, generosi ed encomiabili, abilmente descritti e incastonati in storie deliziose da leggere tutte d’un fiato.
Presentazione del volume di Antonella Galuppi “Vite a stralci”.
Introduce Franco Causarano, componente del Direttivo del Brancati.
Interviene la scrittrice Maria Carmela Micciché.
Dialoga con l’autrice il poeta Pippo Di Noto.
La presentazione si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid.
Una narrazione senza maschera di “Vite a stralci” tesa a fotografare il livello esistenziale della società, oscillazioni tra denuncia e angoscia, nella quale l’autrice semina la sua cifra esperienziale di poetessa e giornalista, criminologa e politico, protesa all’impegno sociale. Ironica a rasentare il sarcasmo, ci svela il disincanto della vita; l’assenza, amara, di piacere e gioia, sin dal primo racconto, dove emergono certi “effetti collaterali” causati dalle inevitabili restrizioni a seguito della pandemia. Quindi, una sequela di personaggi dominati dal caos e dal turbamento, antieroi protagonisti di storie magiche o, perlomeno, oniriche. Gronchi Rosa che valgono “un Perù”, la scorciatoia per “L’eredità”, una chiassosa cagnetta da “ritrovo”. Che contrastano con la cruda narrazione della realtà più dura, quella della casta, che rifiuta categoricamente la diversità, o i rapporti angusti, dove l’amore non è mai fonte di gioia. Né manca il racconto esilarante del furto presunto con il ribaltamento finale. Stralci di vite di personaggi indisponenti, talvolta vigliacchi, che fanno da contrappeso ad altri, generosi ed encomiabili, abilmente descritti e incastonati in storie deliziose da leggere tutte d’un fiato.
Presentazione del volume di Natale Massenzio “C’era una volta a Pozzallo”.
Dialogherà con l’autore il giornalista e scrittore Nicola Colombo.
La presentazione si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid.
Arriva un momento in cui i ricordi affollano la mente e il cuore e per mettere ordine occorre riportarli su di un foglio, farne un disegno vivido tanto quanto il ricordo stesso. Un ricordo è fatto di immagini, diapositive, ma anche di emozioni, di sensazioni chiare anche dopo sessant’anni. Ricordare è allo stesso momento esercizio
di gioia e di dolore, è ripercorrere strade familiari con occhi nuovi, è assicurarsi che le proprie radici rimangano salde, è ritrovare amici. Dentro questa raccolta ci sono ottanta anni di amori, di rancori, di vendette, di gioie e di avventure, di scelte più o meno giuste ma sempre legate ad un momento e ad un luogo che le hanno condizionate. Scrivere della propria esistenza e di quella delle persone intorno a noi, con cui abbiamo condiviso un pezzo del nostro percorso, non è semplice. Un ricordo è un punto di vista e come tale può essere condivisibile o meno. Questa è la vita vissuta secondo Natale Massenzio, sono le sue radici e la sua eredità.
Sono i suoi occhi di bambino e i suoi bilanci di adulto. Allo scrittore appartengono i fili che ha saputo tessere tra il nostro passato ed il nostro presente. Seduti sulla ciappetta lo ascoltiamo raccontare quello che è stato.
Presentazione del volume di Natale Massenzio “C’era una volta a Pozzallo”.
Dialogherà con l’autore il giornalista e scrittore Nicola Colombo.
La presentazione si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid.
Arriva un momento in cui i ricordi affollano la mente e il cuore e per mettere ordine occorre riportarli su di un foglio, farne un disegno vivido tanto quanto il ricordo stesso. Un ricordo è fatto di immagini, diapositive, ma anche di emozioni, di sensazioni chiare anche dopo sessant’anni. Ricordare è allo stesso momento esercizio
di gioia e di dolore, è ripercorrere strade familiari con occhi nuovi, è assicurarsi che le proprie radici rimangano salde, è ritrovare amici. Dentro questa raccolta ci sono ottanta anni di amori, di rancori, di vendette, di gioie e di avventure, di scelte più o meno giuste ma sempre legate ad un momento e ad un luogo che le hanno condizionate. Scrivere della propria esistenza e di quella delle persone intorno a noi, con cui abbiamo condiviso un pezzo del nostro percorso, non è semplice. Un ricordo è un punto di vista e come tale può essere condivisibile o meno. Questa è la vita vissuta secondo Natale Massenzio, sono le sue radici e la sua eredità.
Sono i suoi occhi di bambino e i suoi bilanci di adulto. Allo scrittore appartengono i fili che ha saputo tessere tra il nostro passato ed il nostro presente. Seduti sulla ciappetta lo ascoltiamo raccontare quello che è stato.