Presentazione del volume di Antonio Barone “La storie di Nino”.
Dialoga con l’autore Daniele Modica.
In questo libro si racconta la vita di un uomo, un uomo che, come scrive nella sua prefazione Demetra Barone, “ha sempre sognato. Una storia qualunque di un uomo qualunque che diventa la storia unica di un uomo che sogna”. Un sogno, una serie di ricordi che ci fanno conoscere Nino, il protagonista del sogno, attraverso le persone e i luoghi che egli ha incrociato o vissuto. A far da sfondo ai racconti e alle poesie che riempiono le pagine di questo volume c’è più di mezzo secolo di storia italiana. Una storia che parte dai primi anni ‘60 del secolo scorso per concludersi “l’altro ieri”, con il racconto che ha per “protagonista” il Covid-19. In mezzo c’è la Sicilia, il paesino natio dell’autore e la sua infanzia, i suoi amori, i suoi viaggi, i suoi amici, la sua famiglia. “Questo è Le storie di Nino, un libro di racconti e poesie che ci fa conoscere la vita semplice di un uomo che continua a sognare”.
Presentazione del volume di Domenico Pisana “Carmelo Lauretta”.
Modera Silvana Blandino, poetessa del “Caffè LetterarioQuasimodo”
Interventi
– Salvatore Campanella, presidente della Fondazione Grimaldi
– Giuseppe Macauda, poeta del “Caffè LetterarioQuasimodo”
– Domenico Pasana, autore e presidente del “Caffè LetterarioQuasimodo”
Letture di Gianni Battaglia (Regista e attore)
Carmelo Lauretta, nato nel 1917 e morto l’11 settembre del 2011, è un figlio illustre di Comiso, e questa monografia a lui dedicata dal poeta e scrittore modicano Domenico Pisana, ne è una conferma. L’autore disegna tre orizzonti della personalità letteraria di Lauretta. Anzitutto quello poetico, ove Pisana offre al lettore un’analisi critica di diverse raccolte del poeta comisano, tutte intrise di interiorità e religiosità, nonché della capacità di Carmelo Lauretta di leggere, con magistrale ed efficace utilizzo del dialetto siciliano, la sua città, la terra iblea e la sua Sicilia, manifestando una cultura classica non comune e interpretando le inquietudini e i problemi della contemporaneità. Nel secondo orizzonte si staglia il Lauretta autore di novelle e racconti, la cui scrittura vibra di uno stile personale e affabulante, di un dettato narratologico dal quale trasuda il suo ardente desiderio di dialogo umano e di fraternità. Nel terzo orizzonte l’autore offre al lettore una parte della corrispondenza epistolare avuta con Carmelo Lauretta, dalla quale emerge il rapporto umano e di amicizia, intenso e fraterno, che lo stesso ha avuto con il poeta comisano dal 1985 fino al 2007. La bellezza della poesia di Carmelo Lauretta – afferma Domenico Pisana – sta tutta nella delicatezza dei sentimenti, nell’armoniosa e delicata vivacità dell’atto creativo, nello stile semplice e lineare, nella sua capacità di trasfigurazione della realtà e di comunicazione di valori umani e religiosi capaci di ricostruire spazi di un nuovo umanesimo.
Presentazione del volume di Salvatore Spampinato “Giovanni Spampinato”.
Introduce Carolina Traversa
Dialoga con l’autore il giornalista Angelo Di Natale.
Intervengono:
– Danilo Parasole, sindaco di San Michele di Ganzaria
– Gaetano Campoccia – Presidente Arci Janzaria APS
Giovanni Spampinato era corrispondente da Ragusa dei quotidiani L’Ora e L’Unità e aveva 25 anni quando, il 27 ottobre 1972, fu assassinato all’interno
della sua Cinquecento, davanti al carcere di Ragusa, da Roberto Campria, figlio dell’allora presidente del locale tribunale, e tra i maggiori indiziati per l’omicidio del commerciante di opere d’arte Angelo Tumino, avvenuto in città otto mesi prima. L’Ora l’indomani titolò “Assassinato perché cercava la verità” e la verità che cercava Giovanni non era solo quella che riguardava l’assassinio del Tumino ma anche, e forse soprattutto, quella relativa ai rapporti tra le organizzazioni di estrema destra (in quei giorni fu notata la presenza a Ragusa di Stefano delle Chiaie e di altri fascisti legati in qualche modo a Junio Valerio Borghese, che due anni prima aveva tentato un colpo di stato) e la criminalità organizzata. Forse, quella che è da tutti conosciuta come la provincia “babba”, stupida, cioè senza mafia, così stupida non era. Anche su quello Giovanni stava indagando, sulla convergenza tra neofascismo e criminalità, ed è in quell’ambiente che probabilmente bisogna cercare il movente del suo omicidio. Ad oggi, del delitto Tumino non si conoscono né esecutore né movente.
Presentazione organizzata in collaborazione con la sezione Arci Janzaria di San Michele di Ganzaria e il Comune di San Michele di Ganzaria
Presentazione del volume di Salvatore Spampinato “Giovanni Spampinato”.
Giovanni Spampinato era corrispondente da Ragusa dei quotidiani L’Ora e L’Unità e aveva 25 anni quando, il 27 ottobre 1972, fu assassinato all’interno
della sua Cinquecento, davanti al carcere di Ragusa, da Roberto Campria, figlio dell’allora presidente del locale tribunale, e tra i maggiori indiziati per l’omicidio del commerciante di opere d’arte Angelo Tumino, avvenuto in città otto mesi prima. L’Ora l’indomani titolò “Assassinato perché cercava la verità” e la verità che cercava Giovanni non era solo quella che riguardava l’assassinio del Tumino ma anche, e forse soprattutto, quella relativa ai rapporti tra le organizzazioni di estrema destra (in quei giorni fu notata la presenza a Ragusa di Stefano delle Chiaie e di altri fascisti legati in qualche modo a Junio Valerio Borghese, che due anni prima aveva tentato un colpo di stato) e la criminalità organizzata. Forse, quella che è da tutti conosciuta come la provincia “babba”, stupida, cioè senza mafia, così stupida non era. Anche su quello Giovanni stava indagando, sulla convergenza tra neofascismo e criminalità, ed è in quell’ambiente che probabilmente bisogna cercare il movente del suo omicidio. Ad oggi, del delitto Tumino non si conoscono né esecutore né movente.
Presentazione organizzata in collaborazione con la sezione Arci Janzaria di San Michele di Ganzaria e il Comune di San Michele di Ganzaria
Presentazione del volume di Antonella Sturiale, “Si può fare!”
Dialogano con l’autrice Enrico Pappalardo, Agata Raineri, Alessandro Cavalieri
Letture a cura di Marisa Giannino, Valeria Treccarichi, Barbara Carcchiolo, Letizia Tatiana Di Mauro, Enrico Pappalardo, Agata Raineri, Viviana Toscano, Monica Tomasello.
Una peculiarità dell’autrice è la versatilità’ nel passare dai toni drammatici a quelli comici e all’uso mai folkloristico del dialetto, dando agli attori la possibilità di valorizzare il proprio lavoro, in uno stile sempre al servizio del palcoscenico e mai autoreferenziale [ …]
Si dice che un attore comico deve essere per forza un bravo attore drammatico. Non sappiamo se ciò sia vero, ma di certo se questa formula può valere anche per gli autori allora riceveranno che le due competenze in Antonella Sturiale sono due facce della stessa medaglia e che non devono essere disgiunte, così come dev’essere per ogni artista che si rispetti. Insomma, un’autrice completa e, al contempo, una bella persona. Un connubio difficile da trovare nell’intricato e ingannevole mondo dello spettacolo.
La presentazione è inserita nel cartellone del Maggio dei Libri 2023 del Comune di Acitrezza
Presentazione del volume di Antonella Sturiale, “Si può fare!”
Dialoga con l’autrice Iolanda Fichera
Interviene il prof. Matteo Licari
Letture a cura di Marisa Giannino e Valeria Treccarichi
Service audio: Riccardo Condorelli
Una peculiarità dell’autrice è la versatilità’ nel passare dai toni drammatici a quelli comici e all’uso mai folkloristico del dialetto, dando agli attori la possibilità di valorizzare il proprio lavoro, in uno stile sempre al servizio del palcoscenico e mai autoreferenziale [ …]
Si dice che un attore comico deve essere per forza un bravo attore drammatico. Non sappiamo se ciò sia vero, ma di certo se questa formula può valere anche per gli autori allora riceveranno che le due competenze in Antonella Sturiale sono due facce della stessa medaglia e che non devono essere disgiunte, così come dev’essere per ogni artista che si rispetti. Insomma, un’autrice completa e, al contempo, una bella persona. Un connubio difficile da trovare nell’intricato e ingannevole mondo dello spettacolo.
La presentazione è inserita nel cartellone del Maggio dei Libri 2023 del Comune di Catania
Presentazione del volume di Sandro Vero, “Lo spazio dentro”.
Saluti istituzionali:
– Francesco Aiello, sindaco di Vittoria
– Franca Campanella, presidente associazione “Per andare oltre APS”
Dialoga con l’autore Sonia Di Caro, psicologa e psicoterapeuta
La narrazione del neo-capitalismo contemporaneo, centrata sul paradigma dell’imprenditoria del sé, sfrutta le passioni, liofilizzate, sterilizzate, per portare al cuore del soggetto quella che Foucault definì la “strategia di soggettivazione”. L’intera filiera non richiede continue messe a punto: una volta che il processo si è reso naturale, quello che nel frattempo si è trasformato nell’individuo è parte di un meccanismo che è insieme semiotico, ideologico, comportamentale. Questo libro completa il viaggio lungo il percorso del mito contemporaneo, iniziato con Il Mito Infinito (Il Prato, Padova, 2016) e proseguito con Il racconto delle passioni” (Bonanno, Catania, 2019), che offre al capitalismo – nella sua vocazione “pubblicitaria” – il principale strumento di manipolazione delle coscienze.
Presentazione del volume di Sandro Vero, “Lo spazio dentro”.
Dialoga con l’autore Giada Capriotti
La narrazione del neo-capitalismo contemporaneo, centrata sul paradigma dell’imprenditoria del sé, sfrutta le passioni, liofilizzate, sterilizzate, per portare al cuore del soggetto quella che Foucault definì la “strategia di soggettivazione”. L’intera filiera non richiede continue messe a punto: una volta che il processo si è reso naturale, quello che nel frattempo si è trasformato nell’individuo è parte di un meccanismo che è insieme semiotico, ideologico, comportamentale. Questo libro completa il viaggio lungo il percorso del mito contemporaneo, iniziato con Il Mito Infinito (Il Prato, Padova, 2016) e proseguito con Il racconto delle passioni” (Bonanno, Catania, 2019), che offre al capitalismo – nella sua vocazione “pubblicitaria” – il principale strumento di manipolazione delle coscienze.
Presentazione del volume di Paolo Roccuzzo, “Passo dopo passo”.
Dialogano con l’autore il prof. Giuseppe Miccichè e il dott. Carmelo Arezzo
Gli avi ripetevano: “Impara l’arte e mettila da parte, prima o poi ti tornerà utile”. Questo è sicuramente vero, ma penso si riferissero principalmente alla possibilità di svolgere un lavoro quando il tuo non trovava un mercato, quindi alla possibilità di avere nella vita un’alternativa. Avere svolto tanti mestieri è come conoscere tante lingue, ti mette nelle condizioni di comunicare e confrontarti con persone con le quali in apparenza non hai nulla in comune. Questo libro è nato per caso e per una serie di coincidenze favorevoli e non è il frutto di una romantica nostalgia, ma di una meditata riflessione e dell’esperienza vissuta allora come bambino ed ora come osservatore attento delle abitudini quasi imposte dalla società consumistica. Le storie che vi sono raccontate hanno lo scopo di lasciare un minimo di impressione su un mondo reale che ho vissuto e che oggi non viene percepito come tale, lasciare quindi qualcosa di me stesso attraverso sensazioni e sentimenti vissuti. In poche parole lasciare le mie radici. Spesso penso a cose di anni fa, a quando chiedevo a mio padre o a mia madre informazioni su qualcosa che non avevo approfondito sufficientemente. Mi ritrovo, oggi, però a darmi da solo una risposta sconsolata. Non posso oramai chiedere a nessuno, perché i miei genitori non ci sono più. Considero questo un grande limite, una perdita immensa. Ecco perché racconto con ancora più entusiasmo le mie storie, la storia della mia famiglia e del mio mondo.
Presentazione del volume di Aristide Barraud “Ma non affondo”.
Converserà con l’autore il giornalista sportivo Alessandro Torre
Il 13 novembre 2015 Parigi fu scossa da una serie di attentati, il più famoso fu quello al Bataclan. Tra i feriti anche Aristide Barraud. Si trovava al ristorante “Le Petit Cambodge”, con gli amici e la sorella. All’epoca ha ventisei anni e da poco si è trasferito in Italia per giocare a rugby. In precedenza aveva vestito le maglie del Massy e dello Stade Français, una della più importanti squadre francesi, dove però aveva trovato poco spazio. Così, nel 2013, accetta l’offerta del Lyons Piacenza e viene a giocare nel nostro campionato di serie A. Si mette subito in evidenza e l’anno successivo viene chiamato dal Mogliano, squadra che disputa il Top 12, e ne diventa uno dei giocatori più importanti. Ma poi arriva quel maledetto 13 novembre e, nel tentativo di proteggere la sorella (che ne uscirà “soltanto” con una ferita al braccio), si ritrova con le costole fratturate, un polmone perforato e una caviglia sbriciolata. Le sue condizioni sono disperate ma lui tiene duro, viene operato, e si riprende. Al punto che, sei mesi dopo il ferimento, ritorna a Mogliano per ricominciare gli allenamenti. Ma il rugby è uno sport duro e il suo fisico non riesce più a reggere gli scontri di gioco. È l’addio allo sport tanto amato. Qui racconta la sua storia affrontando il cambiamento. Un lento processo che coinvolge svariati aspetti della sua esistenza e che prende nuova forma giorno dopo giorno. Questo è un libro che fa riflettere sotto tanti punti di vista e che fornisce interessanti spunti di rinnovata speranza.